Le leguminose, chiamate anche papilionacee per i bei fiori colorati simili a farfalle, hanno accompagnato gli esseri umani fin dalla preistoria per la grande carica proteica ed energetica dei semi: piselli, fave, ceci, lenticchie, lupini, cicerchie sono stati cibo per i nostri antenati cacciatori e raccoglitori e poi largamente coltivate dai primi agricoltori. Spesso hanno ispirato miti e leggende, come le fave legate al culto dei morti per gli antichi greci.
Sono un alimento quasi completo contenente un’alta percentuale di proteine di buona qualità (quelli secchi ne contengono dal 20 al 37%), inoltre contengono carboidrati e sali minerali importanti come il ferro e il magnesio e vitamine del gruppo B. Sono perciò in grado di sfamare anche oggi gli esseri umani in maniera sostenibile.
Il Italia il loro consumo si è però ridotto negli ultimi 60-70 anni di 10 volte, ma dovrebbero essere rivalutati, insieme a tutte le nostre ricette tradizionali per cucinarli: minestre di ceci, lenticchie, fagioli, cicoria e fave, piselli e pancetta. Infatti il loro consumo previene malattie come obesità, diabete, aumento del colesterolo nel sangue, ipertensione arteriosa.
Non sono preziosi solo per la nostra alimentazione, hanno inoltre un’altra caratteristica importante: le loro radici hanno tubercoli che ospitano batteri che vivono in simbiosi e sono in grado di trasformare l’azoto atmosferico in composti azotati.
L’azoto è un gas presente nell’atmosfera per circa il 78%, in questa forma però non può essere utilizzato dalle piante che hanno bisogno per vivere di composti azotati presenti nel terreno. Ecco allora l’importanza delle leguminose e dei loro batteri azotofissatori che svolgono un’azione insostituibile di arricchimento del terreno.
Gli agricoltori sono stati ben consapevoli di queste caratteristiche delle leguminose e fin da tempi antichissimi hanno praticato l’alternanza delle colture: dopo un anno in cui si allevavano cereali, molto esigenti in fatto di nutrienti, si piantavano e si piantano tuttora fave o erba medica o altre leguminose che oltre ad essere molto gradite al bestiame ripristinano nel terreno la giusta quantità di composti azotati.
Tutte le leguminose hanno fiori dai bei colori, in alcuni casi molto profumati.
Sono leguminose sia piante erbacee che cespugli come la ginestra
o alberi come il carrubo, l’esotica robinia o l’albero di Giuda.
giovanna
Apr 11, 2016 @ 17:36:31
Sempre notizie utili, non sapevo che il carrubo facesse parte delle leguminose, anche se in effetti i frutti ricordano le fave.
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alesprint
Apr 11, 2016 @ 17:43:35
Sì, in effetti ha un lungo baccello che contiene i semi, solo che nel suo caso si mangia, o meglio un tempo si mangiava, il baccello e non i semi! Buona serata e grazie!
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giovanna
Apr 11, 2016 @ 18:59:49
Buona serata anche a te, qui si usava pure per fare uno sciroppo casalingo per la tosse insieme ad altre cose tutte naturali.
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alesprint
Apr 11, 2016 @ 19:10:01
Da noi le vendeva il vecchietto che sul carrettino aveva anche tronchetti di liquirizia, olive, lupini, semi di girasole e “mosciarelle” (castagne secche)
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giovanna
Apr 11, 2016 @ 20:31:21
Mi piace tanto conoscere queste usanze ormai scomparse, qui c’erano tanti alberi, ora sono quasi scomparsi, anche perché diventano enormi e ci vuole tanto spazio.
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magalì
Apr 19, 2016 @ 18:31:20
adoro tutti i legumi ma non sapevo alcune cose che ho scoperto ora qui da te!
poi che la ginestra fosse una leguminosa … però effettivamente fa un baccello anche lei! è vero!!! ora che ci penso…
buona serata
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alesprint
Apr 19, 2016 @ 18:48:05
Ciao e buona serata anche a te Magalì!
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