
Il Parco Regionale di Veio si estende per quasi 15 mila ettari a nord si Roma, fra la via Cassia a la via Flaminia, per ampiezza è il 4° parco del Lazio.
Si conserva naturalisticamente abbastanza integro, un enorme lembo di campagna romana che costituisce uno dei tanti polmoni verdi che circondano la metropoli, in continuità con altri parchi, come quello dell’Insugherata, quello di Bracciano-Martignano e quello della valle del Treja.
Si estende su colline tufacee, prodotto delle eruzioni dei Vulcano Sabatino, sulle quali i corsi d’acqua hanno scavato nei millenni forre ricche di vegetazione.
Le antiche popolazioni italiche dell’età del bronzo abitavano quella che sarà l’Etruria meridionale, i loro villaggi occupavano le alture isolate con pendii ripidi, facilmente difendibili.

Verso il 1000 a. C. gli abitanti di questi villaggi si riunirono in comunità più grandi, sorsero così gli insediamenti “protourbani” di Orvieto, Vulci, Tarquinia, Cerveteri e la stessa Veio. Da questi insediamenti in seguito si svilupparono le città etrusche.
L’intensa attività archeologica portata avanti nell’area di Veio ha fatto ritrovare un gran numero di necropoli dell’età del ferro (IX-VIII secolo a. C.)

Dal VII secolo a. C. a Veio compaiono le prime case a pianta rettangolare costruite con mattoni crudi e furono costruiti i primi templi.
Veio raggiunse il suo massimo sviluppo fra la fine del VII secolo a. C. e l’inizio del VI, poi iniziarono i conflitti con Roma, città in espansione, ciò portò i veienti a costruire una cinta muraria intorno alla città, fatta di blocchi di tufo.
I conflitti con Roma si inasprirono con alterne vicende fino a che nel 396 a. C Roma non espugnò la vicina. Da allora in poi Veio perderà la sua indipendenza, ma il suo territorio continuerà a prosperare sotto coloni romani o veienti passati al nemico. La città possedeva un centro termale terapeutico con un vicino tempio forse dedicato a una divinità salutare come testimoniato dai ritrovamenti archeologici.
La città fu abitata per più di sedici secoli, fino al medioevo, poi rimarrà terreno agricolo, coltivato ancora ai giorni nostri.
Un luogo piacevole e interessante in cui fare facili percorsi a piedi nel verde a poche decine di chilometri da Roma. Lungo il sentiero si incontrano gli scavi dell’antica città, le tombe nel tufo, le forre ombreggiate da grandi alberi, all’inizio di uno dei percorsi è un vecchio mulino abbandonato.
