Eccomi al nuovo appuntamento con #sensomieiviaggi, la bella iniziativa di Monica del blog Viaggi e Baci che continua attraverso altre viaggiatrici. Questo mese è Stefania Mamma orsa curiosona che conduce l’iniziativa proponendo questo bel tema. Chi volesse partecipare può pubblicare sul proprio blog un post con questo titolo con tre fotografie, solo tre, e mettere il link fra i commenti del post di Stefania entro il 5 di novembre. Il 10 novembre Stefania farà un post riassuntivo con i link di tutti gli articoli arrivati.
Penso che ogni viaggio sia di per sè incompiuto, si può dedicare tanto o poco tempo ad un luogo, ma rimarrà sempre qualcosa da vedere ed anche quando ci sembrava di aver visto tutto, tornati a casa, ci assalgono nuove curiosità, rimpianti e desiderio di ritornare. Bisogna vedere quello che non si è visto, ma anche vedere di nuovo e con altri occhi quello che si è già visto.
Ci sono viaggi che però ci hanno lasciato una particolare sensazione di incompiutezza, per inconvenienti che sono capitati o per nostri stati d’animo di quel momento.
Ho scelto queste tre foto che si riferiscono a tre sensazioni diverse di incompiutezza in viaggio.
Circa venti anni fa quando giravamo con la tenda ed i bambini decidemmo di scendere dalle montagne piemontesi dove eravamo accampati per visitare Torino. L’idea era quella di risalire poi in un’altra valle piemontese per continuare le nostre escursioni in montagna. Girammo tutto il giorno, visitammo i musei, al ritorno alla macchina parcheggiata in centro ci aspettava la brutta sorpresa di un finestrino rotto e dei nostri bagagli che avevano preso il volo. Non c’era niente di valore, ma ci trovammo solo con gli indumenti che avevamo indosso e con la rabbia che induce un furto subìto e la violazione della nostra intimità. Prendemmo mestamente la via di casa, a Torino siamo tornati solo lo scorso inverno, a quest’ultimo viaggio si riferisce la foto, scattata in una brumosa mattina invernale.
Torino è bella ed interessante e non ha nessuna colpa di quello che ci accadde, il rischio di furto esiste in tutte le grandi città, ma purtroppo associammo ad essa la brutta esperienza passata.
La seconda foto rimanda ai nostri viaggi montani, nei quali la meta va raggiunta a piedi, dopo aver camminato ore per ripidi sentieri. Questo tipo di viaggio mi piace più di tanti altri perché andare a piedi soddisfa tutti i sensi: si va lentamente guardandosi intorno con calma, si sentono i suoni, gli odori, si assaggiano le fragole di bosco o i mirtilli, si sente la morbidezza del muschio o la ruvidezza di un tronco. Lo scopo dell’andare è però raggiungere la cima, quando il panorama appare ai nostri piedi. Ci si sente appagati anche se stanchi, contenti di essersi messi alla prova e di essere riusciti a portare a termine l’impresa.
Purtroppo non sempre riesco a raggiungere la meta e questo mi dà un senso profondo di frustrazione. La foto qui sotto rappresenta il Corno Piccolo del Gran Sasso, lo stupendo massiccio re dell’Appennino.
Avevamo programmato l’escursione lungo il sentiero che gira intorno al Corno Piccolo scoprendo via via che si procede scorci entusiasmanti. Io e mio marito l’avevamo fatta anni addietro e ci era sembrata così bella da volerla ripetere con i nostri giovani. Arrivata all’imbocco del sentiero io non ero in condizioni di salute adatte a compiere tutto il percorso che è piuttosto impegnativo. Bivaccai perciò tutto il giorno su un prato ai piedi del massiccio, da lì scattai questa foto non avendo altro da fare, aspettando che la mia famiglia tornasse dal giro. Mi rimase un acuto rincrescimento, perchè vivere un’esperienza di attività fisica impegnativa in mezzo alla natura insieme alle persone a cui tengo di più mi ha sempre riempito di gioia.
L’ultima foto si riferisce al mio recente viaggio a Madrid. La visita della città, anche se breve, è stata piacevole ed interessante, abbiamo visto moltissimo e siamo stati in piacevole compagnia. Quello che mi dà una sensazione di incompiutezza è il fatto che ora ci vive e lavora mio figlio, io sono ripartita, ma lui è rimasto lì.
I nostri giovani, adattandosi ai difficili tempi attuali, hanno imparato a vivere nella precarietà, a godere delle situazioni del presente, non sapendo dove saranno e cosa faranno da lì a pochi mesi. Io però non ho questa capacità e spirito di adattamento, forse è perché sto invecchiando o forse perché mi pesa la loro lontananza. È per questo che questo ultimo viaggio mi è sembrato incompiuto. Ci sarà un nuovo viaggio a Madrid oppure sarà in qualche altra parte del mondo?
La foto che ho scelto è quella di un mercato di Madrid e con questa cerco di ricominciare a vedere il mondo a colori, per questo devo pubblicare non una, ma due inquadrature dello stesso murale, altrimenti il messaggio sarebbe monco e con esso anche la mia speranza!