
Secolare problema quello dell’immondezza a Roma! Un tempo, in assenza di un servizio di nettezza urbana, l’accumulo dei rifiuti nelle strette strade e nei vicoli del centro di Roma, doveva produrre una sporcizia indescrivibile, con conseguente odore nauseabondo che raggiungeva democraticamente povere casupole e ricchi palazzi.
Se si considera poi che le case non avevano bagni poteva accadere che passando di buon mattino in un vicolo si venisse investiti dal contenuto di un vaso da notte (detto a Roma zi’ Peppe) svuotato dopo la notte.
Nel 1700 i papi fecero scolpire e fissare ai muri, in molti punti della città, targhe marmoree per vietare “di fare mondezzaro”.
Molte di queste targhe sono rimaste e si possono incontrare in varie vie del centro, il tenore è sempre lo stesso, alcune sono più minuziose nel descrivere i tipi di immondezza, altre elencano le pene, pecuniarie e corporali.

Questa si trova ai lati della scalinata di Trinità dei Monti, non più quindi nel luogo originario (forse via dell’Olmata?) Un tempo questa specie di alberi era stata scelta dai papi per ornare le strade.
Ai giorni nostri esiste un sistema di raccolta dei rifiuti pubblico, pagato dai cittadini, ma Roma continua sd essere una città sporca, certo non ai livelli dei secoli passati, ma abbastanza perché molti romani si sentano arrabbiati con un sistema che non funziona, disperando ormai che si riesca a trovare una soluzione.
Per fortuna quella che non manca mai è l’ironia, così che in un vicolo bello e sporco ci si può imbattere in questo manifesto.

La scritta sotto dice: ” Santa Madonna della Molletta salvaci dalla puzza de la monnezza maledetta!”