
Fra i tanti frutti dimenticati che crescono nel nostro terreno il pero cocomerino è fra i più recenti, lo abbiamo piantato solo 3 anni fa e ora è la prima volta che dà frutti.
Le sue pere sono piccole, la polpa è soda e granulosa. La caratteristica colorazione rossastra, soprattutto nella parte più interna intorno ai semi, dà il nome a questa varietà.

Il pero è un albero che da millenni fornisce buoni frutti agli esseri umani. Le innumerevoli varietà di peri che esistevano fino a pochi decenni fa derivavano dalla selezione e dal miglioramento genetico delle numerose specie di pero selvatico che ancora crescono nei boschi asiatici ed europei. Queste varietà differivano per forma, colore, sapore e calendario di maturazione con un’abbondanza che non si riscontra in altre specie da frutto.
Oggi il mercato offre solo una minima parte di queste varietà, quelle più grosse e soprattutto quelle che sopportano di essere conservate a lungo: l’Abate Fetel, la Decana del Comizio, la Passa Crassana, la Conference, la William, la Kaiser. Le varietà dimenticate non lo sono però del tutto, sopravvivono in mercati locali, in vivai specializzati e in piccoli appezzamenti di terra di agricoltori che le coltivano per il proprio consumo.
Con queste pere, come con le pere volpine si fanno ottime marmellate e dolci, le si possono anche cuocere con vino e zucchero per avere un buon dessert.
Per fare la marmellata occorrono: 1 kg di pere, 300 g di zuccero.
Si tolgono i semi e la parte interna più dura, si lascia la buccia. Si mettono i frutti in una pentola di acciaio dal fondo spesso con mezzo bicchiere di acqua e si fa cuocere fino a che non risultino sfatti. Si omogenizzano con il frullatore a immersione e si rimettono al fuoco con 300 g di zucchero per chilo di frutta. Si lascia cuocere fino a che la marmellata non abbia raggiunto la giusta consistenza, fino a che cioè una goccia messa su un piattino e fatta raffreddare non scorra con difficoltà quando si inclina il piatto.
Infine si mette nei vasetti di vetro che vanno chiusi subito e capovolti fino a che non si siano raffreddati. In questo modo si farà il vuoto all’interno e la marmellata si conserverà a lungo. Appena aperta va conservata in frigorifero.