La festa latina dei Liberalia ricorreva il 17 marzo nell’antica Roma, all’inizio della primavera. Si festeggiava il Liber Pater dio della fecondità della terra e degli esseri umani.
Al dio e al popolo festante si offrivano dolci di farina fritti nell’olio. Il cristianesimo ha sostituito San Giuseppe al Liber Pater, ma le frittelle si consumano ancora: i bignè sono diffusi in tutta Italia.
Ecco una ricetta di frittelle scritta da Catone il Censore (De agr.. LXXIX).
“Fai così i globi. Mescola del formaggio fresco con alica nelle medesime proporzioni e alla stessa maniera con cui si prepara l’impasto del libum. Tu deciderai quanti ne vorrai fare. Metti strutto caldissimo in una padella di bronzo. Friggi i globi uno o due alla volta e, aiutandoti con due bastoncini, falli girare spesso su di loro. Quando sono cotti tirali fuori, bagnali nel miele e poi spolverizzali con semi di papavero e così li servirai”
Ho voluto provare la ricetta antica. L’alica è una semola di triticum dicoccum, si può sostituire con semola di grano duro o farina di farro. La ricetta di Catone prevede la stessa quantità di formaggio fresco e farina, ma in questo modo non si impasta. Allora ho mescolato 250 g di ricotta con 100 g di semolino di grano duro. Se non si impasta bene si può aggiungere altra ricotta.
L’impasto è piuttosto consistente, quindi si possono fare delle palline con le mani, più o meno della dimensione di una noce.
Ho fritto i globi nell’olio di semi, se si vuole si può fare come Catone e usare lo strutto. Una volta dorati per bene da tutte le parti si mettono su una carta per assorbire l’unto, quindi si passano rapidamente nel miele eventualmente sciolto a bagnomaria e poi nei semi di papavero, si servono subito.
Catone parla del libum, tempo fa provai anche quella ricetta da servire come antipasto semplice e leggero. L’ho pubblicata qui.