È arrivata ufficialmente la primavera, ma quest’anno non la voglio festeggiare con i classici fiori di pesco, di cui avevo già parlato lo scorso anno qui, bensì con i fiori di vischio sbocciati su un acero del nostro campo, non altrettanto belli, né profumati, né romantici, ma che mi hanno incuriosito molto.
In realtà il povero vischio è considerato romantico, ma solo d’inverno, depredato fino quasi all’estinzione per quella tradizione di baciarsi sotto un suo rametto a Capodanno, derivata da antichissimi riti magici legati al solstizio d’inverno. Era sacro per i greci e per gli antichi popoli celti, usato dai druidi nei loro riti, considerato magico per le sue caratteristiche di non vivere nè in terra nè in aria. Vive infatti come semiparassita su alberi soprattutto a foglia caduca come querce, salici, pioppi, meli selvatici, in parte a spese dell’ospite da cui trae soluzioni di sali minerali affondando nel tronco le sue radici specializzate, gli austori. Le sue foglie sono verdi, contengono quindi la clorofilla il pigmento grazie al quale si compie la fotosintesi e quindi la pianta è in grado di sintetizzare per proprio conto il glucosio.
I fiori sono piccoli e giallini, quelli maschili e quelli femminili si trovano su piante diverse; fioriscono da marzo a maggio.
Viene propagato dagli uccelli che si cibano delle sue bacche. Queste sono rivestite da una sostanza vischiosa (aggettivo derivato proprio da vischio, come anche il verbo invischiare) per cui rimangono attaccate al becco, vengono così trasportate su un altro albero, sul cui ramo l’uccello si strofina cercando di pulirsi. Il seme con il suo involucro appiccicoso aderisce al ramo e germinerà mettendo le radici in una fessura del legno.
Le foglie sono coriacee, di forma ovale e disposte a coppia, sono persistenti anche in inverno, quando compaiono i frutti bianchi, rotondi e carnosi. I suoi rami si biforcano ripetutamente formando una massa globosa dal diametro anche di un metro; in inverno si distingue bene sugli alberi spogli.
Le bacche del vischio sono velenose, ma un tempo venivano loro attribuiti vari poteri, come quello di rendere fertili le donne sterili, potere della magia!