
Le rovine antiche sono un luogo ideale per la crescita di fiori spontanei, lontano da coltivazioni e diserbanti, anche lo sfalcio non è così solerte! Così in queste prime giornate autunnali visitando le rovine ci si può imbattere in un vero orto botanico!
Fra le rovine dell’antica colonia di Julia Felix Lucus Feroniae di cui parlerò in un prossimo post crescono bellissimi fiori come l’Altea della foto in apertura.
I prati abbondano delle fioriture del finocchio selvatico e della rughetta selvatica.


La nepitella (a Roma conosciuta come mentuccia) riempie l’aria tiepida con il suo profumo e riesce a crescere anche nelle fessure degli antichi muri.

Così come le bocche di leone che hanno bisogno di ben poco terriccio per fiorire!

Non è la prima volta che trovo bellissimi fiori sulle rovine, in Marocco la stessa antica città romana di Volubilis aveva preso il nome dal fiore spontaneo che vi cresceva abbondante: il convolvolo.

Sul tempio di Giove Anxur a Terracina crescono violacciocche e ferule che danno un tocco di colore agli imponenti resti.


Gli esempi possono essere ancora moltissimi, le mie visite archeologiche hanno quasi sempre un risvolto botanico! Mi fermo però qui.