
“La punta della radice ha il potere di dirigere il movimento delle regioni adiacenti; agisce come il cervello di un animale inferiore; il cervello essendo situato nella parte anteriore del corpo, riceve impressioni dagli organi di senso e dirige i diversi movimenti…...
Crediamo che nelle piante non ci sia una struttura più meravigliosa, per quanto riguarda le sue funzioni, dell’apice radicale. Se la punta è leggermente pressata o bruciata o tagliata, essa trasmette un’influenza alle parti adiacenti superiori, provocando con la curvatura il loro allontanamento dal sito colpito…
Se l’apice percepisce che l’umidità dell’aria è superiore su un lato che su un altro, esso trasmette un’influenza sulle parti adiacenti, che piegano verso la fonte dell’umidità.
Quando la luce colpisce l’apice della radice…. le parti adiacenti si allontanano dalla luce, ma quando sono stimolate dalla gravità, le stesse parti piegano verso il centro della gravità.”
(C. Darwin. Il potere di movimento delle piante)
“Oggi sappiamo che l’apice radicale è ancora più progredito di quanto Darwin stesso immaginasse, essendo in grado di percepire fino a 15 differenti parametri fisico-chimici provenienti dall’ambiente: fra questi oltre alla gravità, luce, umidità e pressione ci sono l’ossigeno, l’anidride carbonica, il monossido di carbonio, l’etilene, i metalli pesanti, l’alluminio, numerosissimi gradienti chimici, il sale ecc.“
(Stefano Mancuso, Uomini che amano le piante. Giunti ed.)