Madrid è una bella città, interessante e vivace, con ampi parchi, vie larghe ed animate, trasporti efficienti. Non parlerò però di tutto ciò che abbiamo visto e visitato e che è conosciutissimo. Voglio invece descrivere una storia particolare e forse sconosciuta agli stranieri.
Il quartiere Malasaña a Madrid è situato in centro, vicino alla Gran Vìa, ma contrasta piacevolmente con i palazzi monumentali e imponenti delle larghe strade limitrofe. E’ infatti un quartiere popolare che è diventato alternativo, il fulcro della Movida madrilena a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, alla fine della dittatura franchista. Pedro Almodóvar, il popolare regista spagnolo, soprattutto nei suoi primi film, ritrae i fermenti trasgressivi di quei primi anni di ritrovata libertà.
È anche oggi frequentatissimo dai giovani madrileni e dagli studenti stranieri che tirano a far tardi bevendo e chiacchierando seduti ai bar delle sue piazze, anche se questa vita notturna provoca l’insonnia e le proteste dei residenti che pur sono particolarmente tolleranti ed accoglienti.

Visitato di giorno è molto piacevole e non affollato, ci si può fermare a guardare i murales o passeggiare tranquillamente nelle sue strade fiancheggiate dalle case popolari con gli stretti balconi dalle ringhiere di ferro battuto, per poi sedersi ad un bar per una bibita con tapas.

Negozietti vintage o di abbigliamento giovane si alternano ad atelier alternativi o a botteghe storiche dalle tradizionali insegne a mosaico.

La storia che voglio raccontare però è quella dell’origine del suo nome.
Manuela Malasaña era una giovanissima ricamatrice di quindici anni che viveva in quello che allora si chiamava barrio de Maravillas. Il 2 maggio del 1808 la popolazione di Madrid si sollevò contro le truppe di Napoleone che avevano occupato la città, ma i francesi soffocarono la rivolta nel sangue. Gli eventi furono descritti in maniera drammatica nei due dipinti di Goya intitolati “2 Maggio 1808” e “3 maggio 1808” conservati al museo del Prado.
Esistono diverse versioni della sua morte, secondo le più conosciute fu uccisa mentre dal balcone della sua casa aiutava i combattenti, secondo un’altra cercò di difendersi dai soldati francesi che cercavano di violentarla, con le forbici che usava per il suo lavoro, secondo un’altra ancora fu arrestata e giustiziata perchè trovata in possesso di un’arma, le forbici appunto.
La morte della ragazza fece una grande impressione sugli abitanti del quartiere, era bella, giovanissima e molto conosciuta per la sua simpatia, diventò un’eroina della lotta per la libertà. Madrid le dedicò una via, successivamente tutto il quartiere cominciò ad essere chiamato con il suo nome.
La piazza in cui abitava e nella quale fu probabilmente uccisa si chiama proprio plaza del Dos de Mayo, nel cuore del quartiere. Il monumento al centro rappresenta la porta della vecchia caserma di artiglieria che si trovava vicino, con le statue degli ufficiali Daoìz e Velarde che si unirono alla rivolta popolare e furono uccisi in combattimento dai francesi.
