
Odore di zolfo, vapori che escono dal terreno, sibili, nebbia, colorazioni del terreno, la valle dove attualmente c’è il paese di Larderello, una frazione di Pomarance (Pi), sembrava per gli antichi l’anticamera del regno degli Inferi.
Molte testimonianze ci sono arrivate fin dal III secolo a. C. quando in questi luoghi vivevano gli Etruschi. In seguito ne hanno parlato scrittori romani come Lucrezio Caro, che parla di “monti che fumano”, Tibullo, Strabone. Anche Dante ne prende ispirazione per le sue descrizioni infernali.

I vapori che escono dal terreno vennero sfruttati fin dal tempo degli Etruschi per farne terme calde medicamentose, ma anche per ricavarne sali minerali che si depositavano nei lagoni, soprattutto sali di boro, usati per scopi farmaceutici e per produrre fissanti per colori e smalti.
L’uso delle acque termali continuò in epoca romana; nel medioevo venne ripresa l’estrazione dei sali minerali depositati da queste emanazioni: zolfo, vetriolo, allume, boro, tanto che queste terre vennero contese fra le repubbliche toscane, che motivi di contesa ne avevano in quantità. In particolare era importante economicamente l’estrazione del boro che prima veniva importato dal Tibet.
Fu nel 1827 che F.J. de Larderel, industriale toscano di origine francese, perfezionò il metodo di estrazione del boro dai cosiddetti “lagoni” e per la prima volta per far evaporare l’acqua utilizzò l’energia che proveniva dal terreno.
Nel luglio del 1904 il principe Ginori Conti, genero di Larderel, attuò un esperimento rivoluzionario: con un motore azionato dal vapore e collegato a una piccola dinamo riuscì a far accendere cinque lampadine. Per la prima volta al mondo si ottenne energia elettrica dall’energia prodotta dal vapore geotermico.
Nel 1905 il villaggio di Larderello, sorto per ospitare gli operari della fabbrica di estrazione del boro e così chiamato dal nome dell’imprenditore, fu il primo paese al mondo ad essere illuminato da lampadine elettriche.
Nei decenni successivi venne costruita e via via potenziata la centrale elettrica alimentata a vapore che consentì di alimentare con la corrente elettrica anche Volterra e Pomarance. Nel 1939 venne aggiunta una seconda centrale geoelettrica che aumentò ancora la potenza installata, ma la devastazione della guerra distrusse gli impianti che verranno ripristinati solo nel 1949; già nel 1950 si aggiunse una terza centrale.
Oggi gli impianti geotermoelettrici italiani, tutti ubicati in Toscana, producono più di 5 miliardi di kWh l’anno, con i quali ci poniamo all’avanguardia nel mondo per lo sfruttamento di questo tipo di energia.
A Larderello è possibile visitare il Museo della Geotermia con l’interessante storia della geotermia italiana e una possibile visita ad uno dei soffioni.

Non solo la Valle dell’Inferno, ma una zona molto ampia è interessata da questi fenomeni geologici causati da più fattori concomitanti che raramente si riproducono insieme:
la presenza a circa 7-8 chilometri di profondità di un corpo magmatico in raffreddamento,
la presenza di rocce che fanno da serbatoio all’acqua piovana, che viene trasformata in vapore dal calore,
la presenza di faglie nel terreno che hanno provocato fessure sub verticali da cui fuoriesce il vapore.
Nel comune di Monterotondo Marittimo (Gr) è stato istituito un interessantissimo e suggestivo Parco delle Biancane, nome derivato dal fenomeno dello sbiancamento del terreno causato dall’aggressività di alcuni componenti delle esalazioni del vapore, soprattutto con la formazione di gesso.

La passeggiata su e giù per il percorso delle biancane, fra esalazioni si vapori e paesaggio lunare è estremamente suggestiva. Intorno alle fessure da cui fuoriesce il vapore si formano depositi di minerali, fra cui il più evidente è lo zolfo dall’evidente colore giallo.
Anche la vegetazione è particolare perché il riscaldamento naturale dell’aria e del terreno e l’acidità di quest’ultimo consente la crescita di specie botaniche diverse da quelle dei territori vicini, come la quercia da sughero e l’erica, che crescono bene in terreni acidi e in climi miti.

La zona da visitare è ampia, oltre ai fenomeni geotermici vale la pena raggiungere gli antichi borghi medioevali e i castelli, eretti su colline da cui si può ammirare un bel panorama con oliveti, cipressi, boschi di lecci, e sullo sfondo i vapori che escono dalle torri di raffreddamento delle centrali geotermiche.
