
Nel Museo Archeologico Nazionale di Lucus Feroniae di cui ho parlato qui molte vetrine espongono gli oggetti ritrovati vicino al tempio della dea Feronia, lasciati dai fedeli come ex voto. Sono numerosissimi e molto differenziati, quasi tutti legati alla vita quotidiana. Ecco allora i recipienti per cibi e bevande nelle forme più diverse: pentole, tegami, padelle, testi in terracotta, anfore per l’olio, il vino o il garum, la salsa di pesce ricercatissima sulle mense romane. E poi le posate in ferro e in argento o bronzo. Molti di questi recipienti contenevano in origine piccole quantità di cereali o di vino offerti alla dea.
Fra questi oggetti singolari sono la paletta per la cenere e il mortaio in marmo con il pestello a forma di dito.

Altri oggetti sono destinati alla cosmesi; pinzette per la depilazione, spatole per impastare e applicare maschere di bellezza e piccoli contenitori per unguenti e profumi.


Legati all’attività femminile della filatura e tessitura sono i pesi da telaio, i rocchetti, le fuseruole in terracotta spesso dedicate dalle donne alla divinità.

Le campanelle in bronzo erano un altro oggetto comune, appese sugli usci delle case servivano ad annunciare l’arrivo di un visitatore, ma anche ad allontanare il malocchio.

Comunissime erano le lucerne, a volte con disegni in rilievo.

Altri erano oggetti per giocare: dadi in osso, pedine in pasta vitrea o in osso per giochi simili agli scacchi o alla dama.

Infine un oggetto singolare: un vaso da talea di ceramica.

Molti altri oggetti offerti alla dea ci parlano della vita quotidiana dei nostri antenati: gioielli a volte di eccezionale fattura,

monete, statuine in bronzo o terracotta raffiguranti animali, parti anatomiche o testine dell’offerente.

Gen 16, 2023 @ 09:15:08
Grazie, è sempre un piacere leggere i tuoi resoconti!!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Gen 16, 2023 @ 09:45:37
Grazie a te!
"Mi piace""Mi piace"