
Feronia era un’antica divinità della natura, dei boschi e delle sorgenti venerata dalle popolazioni del territorio poco a nord di Roma, prima che Roma fosse fondata. I Sabini, gli Etruschi, i Latini, i Falisci e i Capenati la veneravano in una radura di un bosco sacro presso Capena: Lucus Feroniae.
Lucus era il termine che indicava la radura nel bosco, un luogo in cui arrivava luce in mezzo al fitto degli alberi e all’oscurità e nel quale fin dai tempi più antichi le popolazioni del territorio si radunavano per eseguire i riti sacri. Solo successivamente si costruirono i primi templi.
La dea Feronia era garante della concordia fra i popoli confinanti e ogni anno nel lucus si svolgeva un’assemblea religiosa e un importante mercato. Gli scavi archeologici hanno ritrovato molti oggetti votivi, fra i quali le teste di terracotta rappresentanti il donatore e parti anatomiche.

Il tempio e l’area continuò ad essere molto frequentato anche in epoca romana. Nel 211 a. C. il tempio fu saccheggiato dalle truppe di Annibale. “Quindi si diresse al bosco sacro di Feronia, tempio che era allora colmo di ricchezze. I Capenati e gli altri popoli che abitavano nell’area circostante portando colà le primizie dei raccolti ed altri doni secondo le possibilità, lo avevano arricchito di molto oro e argento, di tutti quei doni fu allora spogliato il tempio”. (Tito Livio, Ab urbe condita XXVI, 11, 8-10)
Il santuario continuò ad essere frequentato nei secoli successivi, gli scavi hanno riportato alla luce vasi, statuine, monete, gioielli, oggetti d’uso.

Dopo il sacco di Annibale l’area viene risistemata con la ricostruzione del tempio, con abitazioni e un foro con colonne.
Il culto di Feronia scomparve nel I secolo a. C. probabilmente perché i sacerdoti e i cittadini della zona avevano appoggiato gli insorti italici nella guerra contro Roma (91-88 a.C.). Il tempio e gli edifici furono oggetto di spoliazione per la costruzione della colonia Julia Felix Lucus Feroniae voluta da Silla dopo la vittoria sugli insorti italici.
Il nuovo Foro fu costruito all’interno dell’area sacra e un tempio dedicato a una nuova divinità, la Salus, sostituì il culto di Feronia.

Gli scavi in questa località iniziarono nel 1952 e proseguono nei decenni successivi con numerose interruzioni. Nel 1977 viene costruito il Museo Archeologico Nazionale di Lucus Feroniae che custodisce i materiali provenienti dagli scavi con interessanti ed esaurienti pannelli illustrativi che descrivono anche la vita quotidiana degli antichi romani attraverso gli oggetti rinvenuti.
Il museo e gli scavi si trovano nel territorio di Capena, lungo la via Tiberina, la visita del museo e degli scavi dell’antica città sono gratuiti, per le informazioni si può consultare questo sito.
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