
Le crete senesi sono tra i più caratteristici paesaggi toscani, attirano turisti da tutto il mondo e sulle tortuose strade che le attraversano è comune incontrare americani, tedeschi, giapponesi e coreani.
Sono un arido deserto color ocra o grigio che si tinge di verde e giallo in inverno e primavera, il colore dei germogli di grano e dei fiori delle erbe da foraggio. In estate è tutto d’oro per le spighe mature, per poi tornare all’aridità e nudità della terra riarsa e screpolata dopo la mietitura.
Le crete erano il fondale del mare pliocenico emerso e modellato dall’erosione dei corsi d’acqua che formano valli e solchi.

A volte il terreno è stato scavato in ripidi calanchi, dove l’erosione è stata più rapida. Altre volte si formano collinette di colore chiaro chiamate biancane come nel Deserto di Accona. Il loro colore è dovuto alla presenza in superficie di sali minerali, soprattutto solfato di sodio che rendono il terreno poco fertile e inadatto alla coltivazione. L’assenza di copertura vegetale aumenta l’insolazione e accentua il fenomeno della concentrazione di sali in superficie.

Il deserto di Accona è dipinto nell’affresco di Ambrogio Lorenzetti “Effetti del Buongoverno in campagna” (1338-1340) che si trova nella Sala della Pace del Palazzo Pubblico di Siena.

Le colline senesi conservano le fattorie sulla loro sommità e il loro profilo è accompagnato da filari di cipressi piantati lungo le strade di accesso a questi poderi, oggi spesso traformati in resorts di lusso.

Il paesaggio delle colline senesi ha il suo grande fascino e infonde un senso di serenità, ma fu teatro di una battaglia sanguinosissima fra le repubbliche di Siena e di Firenze che ancora a distanza di più di sette secoli ha lasciato uno strascico di rivalità e ostilità fra senesi e fiorentini.
La battaglia si combattè il 4 settembre 1260 nella piana presso il castello di Montaperti, vicino alla confluenza fra il fiume Arbia e il torrente Malena. Erano schierati in campo 15 mila senesi con i loro alleati ghibellini e 30 mila fiorentini con i loro alleati guelfi. L’armata senese riportò una vittoria completa facendo strage dei loro avversari, come canta Dante: “lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso” Inferno X, 85-86.

Sulla collinetta ornata di cipressi una piramide di pietra ricorda ancora l’evento che i senesi rievocano ancora. La vittoria portò al dominio dei ghibellini sulla Toscana e alla predominanza della Repubblica di Siena sulla scena politica del tempo.
Mag 09, 2022 @ 17:10:13
incredibile quanta storia e poesia possa racchiudere un angolo di Toscana
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