A Roma convivono millenni di storia ed è accaduto spesso, ma continua ad accadere, che scavando per costruire emergono statue o parte di esse che danno poi il nome alla strada in cui si trovano.
Alcuni esempi sono famosi o famosissimi, è il caso di piazza Bocca della Verità che prende il nome dal mascherone di marmo collocato nel portico della chiesa di Santa Maria in Cosmedin nel 1632. La leggenda vuole che il bugiardo che introduca una mano nella bocca del mascherone se la veda mozzare. Leggenda conosciuta in tutto il mondo tanto che si trovano sempre file di turisti che vogliono farsi fotografare mentre introducono la propria mano nella bocca. In realta il mascherone era un chiusino di epoca romana raffigurante una divinità fluviale.

Altra via famosa che prende il nome da una statua è Via del Babuino (o Babbuino), la statua è quella di un sileno che fu soprannomina “babbuino” dal popolino; è una delle “statue parlanti”, quelle su cui, dal tempo del papapato, venivano affissi cartelli di satira contro i potenti. Io ne ho parlato qui.

La più famosa statua parlante è però Pasquino che dà il nome alla piazza in cui si trova e alla via che da essa parte per arrivare a piazza Navona. La statua rappresentava in realtà Menelao che sostiene il corpo di Patroclo, fu rinvenuta nel 1500 nella vicina via del Parione. Pasquino non ha smesso di parlare e ancora oggi sono tante le satire contro i governanti che vi vengono affisse.

Via Santo Stefano del Cacco prende il nome dall’omonima chiesa, il cacco sta in realtà per macacco, da una statua egiziana di cinocefalo qui ritrovata e ora ai Musei Vaticani. Al termine di questa via è Via del Pie’ di Marmo dal reperto di una colossale statua femminile che è ancora qui conservato.

Nelle vicinanze Via della Gatta prende il nome dalla statua di un gatto che è inserito in uno dei palazzi e che probabilmente, come altri ritrovamenti, apparteneva al Tempio di Iside che sorgeva in questa zona.

Via dell’Orso si chiama così per questo bassorilievo, frammento di un sarcofago, che in realtà rappresenta un leone che sbrana un cinghiale. Su questa via c’è il più antico albergo di Roma, risalente al 1500, l’Albergo dell’Orso.

A Trastevere, vicino a Santa Cecilia, c’è il Vicolo dell’Atleta così chiamato perché nel 1844 vi fu rinvenuta la splendida statua di un’atleta che si deterge il sudore, ora conservata ai Musei Vaticani.
A Borgo Pio, vicino al Vaticano c’è invece Via dei Tre Pupazzi, da un frammento di sarcofago murato in uno degli edifici.
So di non aver esarito l’elenco delle vie romane che traggono il nome da antichi ritrovamenti, mi fermo comunque qui, consapevole del fatto che a Roma basta scavare per prolungare la metropolitana o per porre i cavi della fibra, per far affiorare nuove testimonianze dei millenni passati.