Santa Lucia, la giornata più corta che ci sia, recita il proverbio. Ci avviciniamo al solstizio d’inverno e al Natale. Giornate corte che portano a lavorare volentieri con le mani e a realizzare addobbi scintillanti e a colori vivaci, adatti a propiziare l’aumento delle ore di luce come facevano i nostri antenati. Tanto meglio poi se questi addobbi sono realizzati con materiali di recupero.
Per questi decori rossi ho utilizzato anelli da tenda, poco filo rosso, pochissimo filo argentato, pendagli e pendaglietti di orecchini spaiati o sorprese dell’uovo di Pasqua mai utilizzate. Ho lavorato intorno a un anello per tenda un giro a maglia bassa in modo da coprirlo tutto e un secondo giro ad archetti (1 m. bassa, 2 catenelle, saltare 1 maglia), in alternativa ho fatto un giro a m. bassa con il filo argentato. Senza dimenticare l’asola per appenderli.
Con una vecchia cravatta, 2 perline e del filo ho realizzato la campanella. Basta tagliare la parte più stretta della cravatta a circa 10 cm dall’estremità, ripiegare in dentro la parte tagliata e fissarla con punti invisibili, poi infilare le perle in un filo da collane, fare un nodo ad un capo, infilarlo nella collana e fare un’asola all’altra estremità. Stringere la campanella con del filo argentato in modo da bloccare il filo all’interno.

Con ritagli di stoffe è fatto il presepe riciclato, seta per la Madonna e i Re Magi, vecchie giacche per San Giuseppe, i pastori, l’asino e il bue, un asciugamano di spugna e una ghianda per la pecorella. Il filo si ferro dà loro il sostegno e un quadrato di cartone la base.




