“Ci siamo riunite con il buio, quando gli animali, i campi e gli anziani costretti a letto non avevano più necessità da soddisfare. Ho pensato che da sempre siamo abituate a essere definite attraverso il bisogno di qualcun altro. Anche adesso, siamo uscite dall’oblio solo perché servono le nostre gambe, le braccia, i dorsi irrobustiti dal lavoro. Nel fienile silenzioso siamo occhi che inseguono altri occhi, in un cerchio di donne d’ogni età. C’è chi ha il figlio attaccato al seno. Qualcuna è poco più di una bambina, se di questi tempi è ancora ammesso esserlo, se in questa terra aspra che non concede mai nulla per nulla sia mai stato possibile esserlo.”
Giugno 1915, prima guerra mondiale, si combatte nelle trincee sulle Alpi. Nell’ultimo paese, ai piedi dei picchi rocciosi delle Alpi Carniche, sono rimaste solo i vecchi, i bambini e le donne. A queste verrà chiesto di farsi carico del trasporto dei rifornimenti fino al fronte, là dove non riescono ad arrivare neanche i muli.
Dal Monte Coglianz al Passo di Monte Croce Carnico, dal Pal Piccolo al Pal Grande, dal Freikofel al Gamspitz. Sedici chilometri di vette, una salita di milleduecento metri affacciata sui burroni. Il libro do Ilaria Tuti è un omaggio a queste donne forti, abituate alla fatica ed alle privazioni, ad accudire ed a soccorrere, che non si tirano indietro davanti all’immane compito che viene loro richiesto, ma che non cedono alla logica spietata della guerra, conservando la loro umanità.
Dieci anni fa, 95 anni dopo i fatti narrati, due giovani studenti curiosi, amanti della storia e delle montagne partono dalle loro città lontane migliaia di chilometri per partecipare a un campo di lavoro sulle trincee del Pal Piccolo. Lui parte da Roma, lei da Madrid. Aereo, treno, autobus e poi a piedi con lo zaino in spalla. L’Europa è la loro patria, l’Erasmus l’ha resa più piccola e vicina, non ci sono confini.
Si sono incontrati lassù, dove altri giovani ventenni si sono massacrati a vicenda per quattro lunghi anni. Sono posti bellissimi e tremendi, aridi e impervi e nelle trincee ancora si trovano testimonianze di quel macello immane. Testimonianze raccolte nel Museo Grande Guerra Timau.
I due studenti ventenni del XXI secolo sono diventati un uomo e una donna, hanno conservato la curiosità e l’amore per le montagne su cui sono tornati e tornano insieme anno dopo anno. La loro vita in comune ha fuso due lembi d’Europa, questa nostra piccola Europa che ha attraversato un secolo di guerre, divisioni, dittature e muri, inimicizie e che adesso è in pace anche se non riesce ancora a superare incomprensioni e pregiudizi.