L’inverno un tempo era povero di frutta per i contadini dell’Italia centrale e settentrionale: mancavano infatti gli agrumi, ricchezza d’inverno. Si rimediava con i frutti di alberi rustici e resistenti alle malattie che avevano bisogno di ammezzimento e che potevano essere conservati per tutto l’inverno: sorbe, pere volpine, nespole, giuggiole, corbezzole, cotogne, azzeruole, corniole.
Le case contadine avevano tutte accanto qualcuno di questi piccoli alberi o arbusti. I frutti oltre che venire ammezziti venivano conservati in varie maniere: sotto zucchero, in salse, marmellate o preparazioni agrodolci.
Ormai questi frutti sono rimasti fuori del mercato: troppo piccoli, poco commerciabili, dal sapore particolare e spesso da consumarsi dopo cottura o ammezzimento.
Alcuni di questi alberi li ho trovati nel terreno che comprammo pochi anni fa, è il caso dei sorbi e del maestoso pero che ci regala ogni anno decine di chili di pere che in Umbria si chiamano ruzze (arrugginite) altrove pere volpine. Maturano in novembre e si conservano a lungo. Io ne ho parlato in questo post in cui ho descritto anche una delle ricette che ho sperimentato.
Quest’anno con queste pere ho anche provato a fare una marmellata mettendo 400 g di zucchero per 1 chilo e mezzo di frutta pulita. È venuta molto buona!
I sorbi venivano piantati per far da tutore vivo alla vite, ne abbiamo diverse specie, con i frutti del ciavardello (Sorbus torminalis) si fanno salse facendole cuocere nel vino rosso.
Il sorbo domestico dà queste piccoli frutti a forma di pera.
Il giuggiolo invece lo abbiamo piantato noi per rinnovare la tradizione che ci è stata raccontata per cui ogni casolare aveva il suo giuggiolo.
Ho poi provato a fare il brodo di giuggiole che però non ha riscosso grande successo in famiglia perché non siamo abituati a sapori troppo dolci.
Ogni anno raccogliamo decine di chili di cotogne, frutto profumatissimo, ottimo per fare marmellate e torte. Anche quest’anno mi ha rifornito la dispensa.
Anche i melograni non ci lasciano mai delusi.
Con il succo si possono fare molte ricette dalla marmellata
al budino
dagli aperitivi con l’aggiunta di Martini o Campari, ai piatti di carne come questo coniglio.
Con la scoperta di questi frutti dimenticati mi si è aperto un mondo che quasi non conoscevo e ho preso gusto a ricercare e sperimentare antiche ricette.
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