ALLA TERRA MADRE DEL TUTTO
La Terra io canterò, l’antichissima madre del Tutto,
che sta su salde basi, che nutre quanto è sul suo dorso,
quanti animali vanno sul suolo, sui flutti del mare,
quanti per l’aria volano: di te si nutrono tutti.
Da te le figliolanze feconde e le fertili messi,
o venerabile Dea, tu puoi dare agli uomini i beni,
li puoi togliere; e beato quello che tu vuoi d’onore colmare,
o Dea: gran copia di doni egli avrà d’ogni specie.
Gravi le zolle nutrici saranno per lui d’ogni messe,
di frutti i campi, colma la casa egli avrà d’ogni bene.
Primi sono essi nelle città dalle femmine belle,
con savie leggi, arride ad essi ricchezza e fortuna,
alteri i figli vanno per giovine fior di letizia,
liete le vergini in cuore, sui morbidi fiori, su l’erba,
intrecciano, scherzando, stringendo corone, le danze,
quando tu brami, o Dea veneranda, largire gli onori.
O madre degli Dei, consorte d’Urano stellato,
salve! Del canto in compenso concedimi vita beata,
Io mi ricorderò d’esaltarti in un carme novello.
Canto omerico, sec. VII a.C. traduzione di E. Romagnoli.

Meleti in Val di Non (TN)

Risaie in Lombardia