Amo i vecchi oggetti che hanno storie da raccontare. Sarà per questo che conservo con rispetto molti di quelli che furono dei miei nonni o addirittura dei bisnonni.
Così ancora utilizzo la vecchia bilancia a pesi, lo scaldaletto di rame insieme alla vecchia conca e al mestolo invece sono diventati invece oggetti di arredamento. Sono tutti testimoni di un tempo in cui grande era la fatica quotidiana delle persone comuni. Mi ricordo ancora quando non c’era la conduttura in casa dei miei nonni e lei andava a prendere l’acqua alla fontana trasportando poi la pesante conca sulla testa come prima avevano fatto generazioni e generazioni di donne.
Quante storie potrebbe poi raccontare la coperta di mio nonno che proprio quest’anno compie cento anni!
È per questo che ho visitato con piacere e curiosità il Museo del lavoro contadino nel castello di Piandimeleto, un minuscolo comune in provincia di Pesaro-Urbino.
Nel museo sono in mostra attrezzi agricoli legati al lavoro con l’aratro che prima dell’avvento dei mezzi meccanici era trainato dai bianchi e possenti buoi di razza marchigiana.
Il vino aveva un ruolo centrale insieme al grano fra le colture e importante era la cantina con le botti, il deraspatore, il torchio.
Altri spazi sono dedicati ai lavori artigianali come quello del fabbro, del cordaio, del calzolaio, del falegname e alla filatura e tessitura della canapa con cui erano confezionati indumenti, asciugamani, lenzuola.
Quindi sono riprodotti gli ambienti della casa rurale: la cucina in cui erano appese le stoviglie di rame e i grandi piatti. Un piatto rotto non si buttava, ma veniva riparato con graffe di metallo. la grande madia era il mobile più importante, conservava gli alimenti, ma nelle annate di carestia rimaneva penosamente vuota.
Interessanti sono gli attrezzi per fare il bucato utilizzando la cenere, altra fatica di braccia in mancanza della nostra insostituibile lavatrice.
Fra i piccoli oggetti di uso quotidiano oltre al macinino, al contenitore del latte, al setaccio, mi ha colpito lo spruzzatore per il DDT, usato contro gli insetti nella casa, ma anche direttamente sulla testa dei bambini contro i pidocchi!
Infine la camera da letto; sul letto matrimoniale troneggia il “prete” con lo scaldaletto in cui venivano introdotte le braci. In primo piano la culla per l’ultimo nato. L’intelaiatura di legno per sostenere un telo protettivo contro le zanzare è ora coperta da una tovaglia stampata con la ruggine, tecnica tradizionale romagnola per decorare i tessuti.
L’acqua corrente non c’era e nelle gelide mattine invernali ci si accontentava di lavarsi sommariamente la faccia con l’acqua della catinella.
@gerrimo
Apr 28, 2017 @ 11:16:44
Certo, la vita quotidiana era molto, molto più dura, ma per lo meno non c’era bisogno di fare palestra o diete strane per combattere la sedentarietà…!
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alesprint
Apr 28, 2017 @ 11:19:08
La dieta non è che fosse ricchissima e adeguata alle esigenze!Anzi a volte si aveva carenza di tutto!
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@gerrimo
Apr 28, 2017 @ 11:43:59
E’ vero, ma mi immagino il gusto con il quale si mangiava quando sulla tavola c’era qualcosa di fuori dell’ordinario!
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campanello54
Apr 28, 2017 @ 13:59:58
Bello questo post, mi piacciono gli oggetti legati al passato e nelle tue foto ne ho riconosciuto alcuni di rame che io tengo appesi in cucina.
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alesprint
Apr 28, 2017 @ 14:13:16
Grazie! Gli oggetti comuni del passato sono belli e hanno dietro la storia di tante generazioni!
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giovanna
Apr 28, 2017 @ 21:19:57
Anche io quando mi capita visito volentieri questi musei contadini.
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alesprint
Apr 29, 2017 @ 08:28:43
Fanno parte della nostra storia!
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