fior di prezzemolo

Il mio prezzemolo è fiorito dopo aver superato in ottima salute un’estate in cui è stato poco innaffiato e un inverno. Pianta rustica che fa onore all’origine del suo nome: dal greco petrosélinon (sedano delle rocce).

I suoi fiori riuniti in infiorescenze ad ombrello (appartiene infatti alla famiglia delle Ombrellifere) sono giallini e piccoli, non molto appariscenti, ma attirano ugualmente piccolissimi insetti impollinatori. Dopo la formazione dei semi la pianta avrà finito il suo ciclo vitale che dura due anni e io la dovrò ripiantare.

Non c’è pianta più conosciuta in cucina e più diffusa in tutti i climi, tanto da essere diventata modo di dire, “sei come il prezzemolo” si dice familiarmente di persona che è ovunque.

Il suo luogo d’origine è il Mediterraneo e già i greci e i romani lo apprezzavano, soprattutto per scopi rituali. Emigrò in America insieme ai primi colonizzatori.

Molti dei migliori piatti europei sarebbero impensabili senza il prezzemolo, presente nei sughi, nel mazzetto di odori che si mette nel bollito, nelle salse verdi e poi in zuppe, uova, pesci, crostacei, carne e come guarnizione negli antipasti.

Ecco una ricetta che lo vede come protagonista, è una salsa verde che si usa alle Isole Canarie per accompagnare il pesce o le papas arrugadas, le patate dalla buccia rugosa perché lessate nell’acqua di mare.

Mojo verde canario

• 200 ml di olio
• aceto
• sale
• 1/2 cucchiaino di cumino
• 1 mazzetto di prezzemolo

Sbucciare l’aglio, tagliuzzarlo e metterlo nel frullatore insieme all’aceto, al sale ed al cumino. Triturare il tutto, quindi aggiungere le foglie di prezzemolo e l’olio versandolo poco per volta continuando a frullare.

Ne esiste anche una variante più cremosa in cui agli altri ingredienti si aggiunge un avocado maturo.