Le vías pecuarias spagnole sono percorsi di transumanza che uniscono i luoghi tradizionali di pascolo, sui quali i pastori conducono il bestiame caprino, ovino e bovino a seconda delle stagioni: in alta montagna in estate e in zone a clima più temperato in inverno. Sono percorsi antichissimi, in alcuni casi risalenti alla preistoria, ma molti continuano ad essere utilizzati e, caso unico in Europa, in Spagna sono proprietà dello Stato, gestite dalle Comunità Autonome; la legge proibisce di costruire sopra di esse. La rete di vìas pecuarias in tutto il territorio spagnolo raggiunge i 125.000 km. Sono incluse nella lista indicativa dell’Unesco, la tappa preliminare per la candidatura a Patrimonio dell’Umanità.
Si differenziano fra loro per la loro ampiezza. Si chiamano cañadas reales quelle che furono regolate dall’editto del re Alfonso X nel 1273, dovevano avere un’ampiezza di circa 72 m ed erano lunghe centinaia di chilometri in direzione nord-sud.
Sono fonti di diversità biologica poiché ospitano numerose specie animali e vegetali. Alcune garantiscono solo il transito locale, per il bestiame che non si sposta fuori del comune o che al massimo raggiunge pascoli in territori vicini, ma altre garantiscono i grandi spostamenti che avvengono due volte l’anno: in inverno verso il sud della Castiglia, l’Andalusia o l’Estremadura, in estate verso il nord.
Uno dei fini della legge è quello di garantire la conservazione delle vie e di restaurarle se necessario, ma in molti casi non è rispettata e le vias pecuarias vengono trasformate in strade asfaltate o vengono urbanizzate. Molte non rispettano più il tracciato e l’ampiezza originali, alcune sono al centro di grandi città come la calle di Atocha o la Gran Vìa a Madrid. Altre sono cadute in disuso con la diminuzione degli allevamenti e l’utilizzo dei mangimi; sono più usate da escursionisti e ciclisti che da pastori.
Negli anni ’60 e ’70 una modifica della legge permise la costruzione ai lati delle strade di piccole case per il riposo dei pastori, in un primo momento le costruzioni furono poche, poi nelle grandi città la densità divenne sempre maggiore. A Madrid in particolare l’urbanizzazione sorta abusivamente sulla Cañada Real è una successione di costruzioni illegali e baracche per 15 chilometri di percorso che è arrivata a contare una popolazione di diverse migliaia di persone, un territorio difficile dove diffusi sono la delinquenza ed il disagio sociale.
Fra le conseguenze ambientali dell’urbanizzazione illegale ci sono l’aumento degli incendi dolosi, la perdita di vegetazione e di biodiversità, la comparsa di discariche abusive con la contaminazione del sottosuolo e la perdita di un patrimonio pubblico.
Giu 26, 2015 @ 10:56:48
scusa ma quindi, se ho ben capito, la gran via era una via dove passavano le pecore e le mucche?
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Giu 26, 2015 @ 11:35:58
Già, proprio così e lo è ancora insieme ad altre vie ormai asfaltate e di grande traffico ed un intero quartiere abusivo di Madrid.
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Giu 27, 2015 @ 23:17:40
interessante…..
Ciao Alessandra….. semplicemente Grazie
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Giu 28, 2015 @ 18:35:15
Ciao e grazie anche a te!
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